LE ULTIME ORE DEL “CHE”

 scritto e diretto da Romano Scavolini

 LA HIGUERA, 8 ottobre 1967. Con una frase in codice che suona: “papà cansado” (papà è stanco), è trasmessa via radio a La Paz, la notizia che “Che” Guevara è stato catturato. A catturare il “Che” si dice sia stato un agente della CIA, Felix Rodriguez, un cubano che tutti conoscevano come Felix. Ma la cattura del “Che” è da accreditare soltanto al capitano Gary Prado, che comandava il plotone di ranger boliviani che aveva circondato il “Che” e i suoi uomini alla Quebrada del Churro. Da quel momento, per il “Che”  inizia il conto alla rovescia e il dramma si compie in una manciata d’ore: diciotto.

Sono passati molti anni da quel giorno, diversi testimoni sono morti, scomparsi, dispersi, oppure conducono un’esistenza di basso profilo. Eppure di quella violenza estrema esistono ancora molti testimoni di grande spessore e significato, come ad esempio Julia Cortez, la maestra elementare de La Higuera, l'unica che riuscì - oltre ad alcuni militari - a parlare col "Che" nelle ultime ore della sua vita. Ma non è la sola e ve ne sono molti altri che ci hanno permesso di documentare dettagliatamente cosa realmente avvenne in quelle poche ore. Fra tutti spicca l'uomo che catturò fisicamente il “Che”. Oggi è un generale in pensione, Gary Prado Salmon, ma al tempo della guerriglia era Capitano dei ranger. Vi sono varie testimonianze importanti, quella del Gen. Federico Arana Serrudo, che al tempo della guerriglia era il Capo dei Servizi Segreti Boliviani. E' lui l'uomo a ricevere per primo, mentre si trovava a Berlino come Delegato Militare Boliviano, la “soffiata” da un non meglio identificato agente dell'Est, che un gruppo cubano aveva dato inizio all'insurrezione armata in un paese latinoamericano.

Quella drammatica del Gen. Jaime Niño de Guzman, che al tempo della guerriglia era Maggiore Pilota dell’aviazione militare Boliviana. Parlò a lungo col “Che” poco prima che venisse assassinato a sangue freddo e infine ne trasportò il cadavere da La Higuera a Vallegrande. Infine le importanti dichiarazioni dello storico cubano Froilan Gonzalez, che con grande lucidità ha ricostruito l'esperienza della guerriglia del “Che” in Bolivia ripercorrendo per oltre quattro anni gli stessi luoghi. Poi ci sono le interviste ai “campesinos” de la Higuera, Jorge Quiroga e Policarpio Cortes, che furono coinvolti  nella battaglia dell’8 ottobre alla “Quebrada del Churro”, e quella a Irma Rosado, all'epoca giovanissima. Infine, chi non ricorda le immagini del corpo del "Che" sulla barella, a torso nudo, con gli occhi aperti? Dopo essere stato esposto alla “lavanderia” dell’ospedale così com’era stato catturato, sporco e infangato, il cadavere fu affidato a due infermiere che lo lavarono, preparandolo per la sepoltura. Una di quelle è Susana Osinaga. Ricorda benissimo quei giorni.

Quando le portarono il corpo, gli ufficiali l'obbligarono a lasciare tutti gli altri malati per pensare solo a lui. Quegli occhi del “Che” bianchi e spalancati le sono rimasti dentro la mente fino ad oggi:

“Sembrava che mi guardasse dritto nel cuore. Pareva Gesù Cristo!”

 

RUNNING TIME:   60’

DIRECTOR:          ROMANO SCAVOLINI

EDITING:              PAOLO MASELLI

MUSIC:                 PAUL FREEMAN

PRODUCER:         FRANCESCO PAPA

voice:                 FRANCO NERO

PRODUCTION:      VICTORIA MEDIA

YEAR:                  2003

 

Shot in Bolivia at Vallegrande, La Higuera, La Paz, Cochabamba and Santa Cruz.

with interviews to

Gen. Gary Prado, Gen. Jaime Niño de Guzman, Gen. Fernando Arana Serrudo,

Col. Ayoroa, Froilan Gonzalez, Julia Cortez, Jorge Quiroga,

Irma Rosado, Policarpio Cortez

Coordination in Bolivia: Favio Giorgio

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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